ZSC IT2050005 - Boschi della Fagiana
ZSC IT2050005 - BOSCHI DELLA FAGIANA
ENTE DI GESTIONE DELL'AREA PROTETTA: Parco Lombardo della Valle del Ticino
ALTRE AREE PROTETTE PRESENTI NEL SITO NATURA 2000: Parco Naturale della Valle del Ticino Lombardo, ZPS IT2080301 ‘Boschi del Ticino’
SUPERFICIE COMPLESSIVA DEL SITO NATURA 2000: 1.044 ettari
SUPERFICIE HABITAT OGGETTO DI INTERVENTO: complessivamente, le superfici dell’habitat 6210 interessate dagli interventi ammontano a 1,35 ettari.
COMUNI INTERESSATI DAGLI INTERVENTI DI PROGETTO: frazione di Pontevecchio di Magenta (MI)
USI DELL'AREA: la maggior parte del territorio della ZSC si trova all'interno di proprietà private (65%); una parte è pubblica ed appartiene all'Ente Parco (35%). La copertura del suolo è rappresentata dalle categorie seguenti: 40% boschi di latifoglie decidue, 33% da colture estensive di cereali, 10% corpi d’acqua interni, 6% foreste artificiali, 4% urbanizzato/infrastrutture, 3% prati aridi, 2% brughiere e formazioni arbustive, 1% zone umide, 1% prati migliorati.
DESCRIZIONE: la maggior parte della ZSC è occupata da ambienti con un buon grado di naturalità e una buona continuità. Gli habitat sono piuttosto vari ed includono diverse tipologie ambientali tipiche della pianura lombarda medio-alta: diversi tipi di boschi, formazioni arbustive e prative, e ambienti umidi.
Di particolare interesse è la presenza di pratelli terofitici xerofili che ospitano croste biologiche crittogamiche ricche di licheni attribuiti all'Habitat 6210*, qui prioritario in quanto è stata confermata la presenza di alcune orchidee (Orchis morio, Orchis tridentata, Orchis ustulata).
Sono presenti diverse specie di uccelli, mammiferi, anfibi, pesci, insetti, crostacei di interesse comunitario (Direttiva Uccelli, Direttiva Habitat).
STATO DI CONSERVAZIONE: lo stato di conservazione dei diversi habitat è variabile. I boschi di querce, carpini e olmi, così come i boschi di ontano nero e salice, relitti dell'antica vegetazione forestale padana, appaiono nel complesso abbastanza ben conservati e presentano buona estensione e buona continuità. In diverse zone si vanno però affermando delle cenosi dominate da specie esotiche invasive (Ailanthus altissima, Prunus serotina, Robinia pseudoacacia) che costituiscono una minaccia alla conservazione degli habitat. I pratelli xerofili attribuiti all'habitat 6210 sono inoltre minacciati anche dall'ingresso di arbusti e legnose autoctoni e dall'azione negativa dei cinghiali (Sus scrofa), mentre negli ambienti acquatici sono specie quali la nutria (Myocastor coypus) a causare i maggiori danni. La ZSC nel suo complesso sembra comunque conservare una buona naturalità, come si può intuire anche dalla diversità di Lepidotteri diurni ed Odonati, buoni bioindicatori, rispettivamente, degli ecosistemi terresti ed acquatici.
IMPORTANZA DELL'AREA DI PROGETTO PER LA CONSERVAZIONE DELLE SPECIE E DELLA BIODIVERSITA': nel sito di progetto, il 6210 possiede caratteri di unicità rispetto agli stessi habitat in altre parti d’Italia o nel resto d’Europa. Le peculiarità riguardano il substrato siliceo su cui si sviluppano e la posizione fitogeografica in un ambito submediterraneo-subatlantico che determina composizioni floristiche particolari dominate da specie acidofile, specie a gravitazione submediterranea- subatlantica o mediterranea o steppica o montana. Anche in questo habitat, la presenza di croste biologiche con licheni è importante ai fine della biodiversità.
Piuttosto grave è però la presenza di specie legnose invasive (Robinia psudoacacia, Prunus serotina, in particolare) che minaccia l’integrità floristica degli habitat boschivi e aperti presenti, tra cui il 6210 oggetto del presente progetto, per il quale si rendono necessarie interventi di contenimento e mitigazione che, se ben impostate, possono dare risultati positivi a lungo termine, migliori che nella gestione degli habitat forestali.
AZIONI PREVISTE: C1 = sfalcio delle erbacee con allontanamento (30% dei patch); taglio legnose autoctone, rimozione delle ceppaie e sradicamento individui più giovani (30% dei patch); sod-cutting. C2 = taglio delle legnose invasive, rimozione delle ceppaie e sradicamento individui più giovani (30% dei patch). C3 = miglioramento floristico - vd. fig. B2a_3